La Tartaruga Francesca
La tartaruga Francesca viene dalla Francia mesdames et monsieurs, lo ha detto Rosina che l’ha fatta con le sue mani e quindi è così.
Noi sappiamo pure come ci è arrivata lenta lenta da tanto lontano nel giardino di Crescimondo perché “lontano” non è solo un luogo, “lontano” è un tempo lungo di gioco all’aperto, di travasi di sabbia e terra, di fare e disfare con le mani, di soppesare, osservare e tastare fango e altre materie, di sperimentazione e fantasia, di letture, giochi e pensieri che gli adulti non hanno il permesso di interrompere, caso mai di accompagnare.
Qui, almeno, si usa così.
E allora in una giornata come tante altre, mentre siamo all’aperto e non stiamo nei bordi di un’aula chiusa né in quelli di immagini, per dirne una, di tartarughe grigie fotocopiate e quindi non facciamo nulla di serio, così pare, perché nessuno dei bambini sta seduto e composto come in una “scuola vera”, mentre non combiniamo come al solito un bel nulla di niente, arriva a un tratto lei: Francesca dalla Francia.
Non pensate che sia arrivata sola, ché vi possiamo assicurare che in questo tempo/spazio “lontano” ha viaggiato in ottima compagnia, perché sono mille e più i lavori che si fanno e disfano ogni giorno tra le mani dei bambini quando giocano con materiali intelligenti, tutti diversi e tutti di grandissimo interesse.
Francesca però è davvero vistosa, vanitosa, tanto da sostare un po’ di più e lasciarsi fotografare ben bene perché ci tiene tanto a mostrarvi la sua anima fluorescente e frizzante, il suo carattere brioso, la sua corazza perfetta di sassi tondi e lisci.
Perfetta come la felicità che proviamo quando i bambini approdano in autonomia a un progetto, quando conquistano il senso della progettualità, risolvono problemi e pervengono a tecniche e soluzioni originali, sintatticamente corrette come questa.
Francesca ci parla, le manine intelligenti che l’hanno plasmata ci dicono che dal “lontano” sono pervenute a conoscenze scientifiche dalle più semplici alle più complesse sulla struttura fisica sia dei materiali sia dell’animale riprodotto, sulla morfologia delle costruzioni.
Dura la corazza, morbido il corpo, magistrale la disposizione e la geometria delle piastre ossee, ordinate e precise come i lacunari di una cupola tra le nervature. Concetti che mostrano un grado di assorbimento elevato delle conoscenze da parte del bambini, talmente carico da non poter scivolare via mai più perché queste abilità, una volta conquistare rimangono per sempre. S
ì addensano sulla punta dei polpastrelli e si disciolgono tante e tante volte in energia creativa. Una polvere magica che sa, conosce e plasma, trascinando ancora dietro di sé scie di fantasia e immaginazione, e dunque di nuove scoperte e intuizioni, perché lo abbiamo già detto che Francesca viene dalla Francia no?
Au revoir